Le mani della madre: desiderio, fantasmi ed eredità del materno

 

Le mani della madre; desiderio, fantasmi ed eredità del materno di Massimo Recalcati

Lettura per le madri che si interrogano sul loro ruolo in questo nostro tempo, ma anche per i figli che desiderano essere giusti con la propria madre, questo libro di Recalcati raccoglie il testimone dei suoi genitori, i racconti preziosi e illuminanti delle sue pazienti, e li spoglia del quotidiano per farci riscoprire la trascendenza della vita, i piccoli e i grandi gesti, persino eroici, delle madri. L'aspetto cruciale che Recalcati vuole evidenziare è che la vita necessita di un Altro che, custodendola, la porti alla luce del mondo. 
"Non esiste infatti amore per la vita, così come non esiste amore dell'universale. Esiste solo l'amore per l'uno per uno, amore per il nome proprio, direbbe Lacan. Ed è proprio questo amore che la maternità - nonostante tutte le trasformazioni ipermoderne che ne hanno modificato la fenomenologia - ha il compito di custodire. La sua lezione più profonda è quella di opporre la cura del particolare come una resistenza irriducibile al turbine vorticoso che anima l'incuria assoluta del discorso del capitalista".

Perché le mani?

Avevo nove anni. Io e mia madre nel piccolo tinello che guardiamo la televisione. Un film per la tv in bianco e nero tratto da un episodio di cronaca: una madre trattiene per ore nelle sue mani le mani del suo bambino che, giocando sul terrazzo all'ultimo piano di un grande palazzo, era rimasto aggrappato alla ringhiera del balcone. E' questo il ricordo che non mi ha lasciato per tutti questi anni: una madre trattiene nelle proprie mani le mani del figlio sospeso nel vuoto.... Perché non ho mai dimenticato la madre di Torino? Provo a rispondermi pensando innanzitutto di essermi sentito tante volte sospeso nel vuoto come è accaduto a quel bambino e molte volte ho chiamato a sostenermi, nella solitudine di quel vuoto, le mani di chi amavo. Non è forse questa la condizione più radicale della vita umana? La vita non viene alla vita tenendosi, aggrappandosi, affidandosi sempre alle mani dell'Altro? Madre non è forse il nome che definisce le mani di questo primo Altro che ciascuno di noi ha invocato nel silenzio del suo vuoto? Nascere non è sempre essere presi dalle mani dell'Altro?

 

 

Attività