I coltelli
Il simbolo del coltello, che troviamo sulle porte del Palazzo della Sapienza e sul timbro posto sulle pagine dei libri fin dal XVIII secolo, deriva da San Bartolomeo e dal suo martirio.
La Sapienza ebbe infatti sede in origine, prima della costruzione dell'attuale palazzo, in alcune case di proprietà dell'Ospedale di San Bartolomeo in Alpe. Situate in cappella di Sant'Ilario, esse appartenevano alla Pia Casa di Sapienza perché, a partire dal 1474, il Consiglio generale del popolo, con l'approvazione del papa Sisto V, aveva incorporato alla donazione Forteguerri anche il patrimonio del suddetto Ospedale.
La Divina commedia in una pagina
Tra le molte edizioni del poema dantesco possedute dalla Biblioteca Forteguerriana, alcune delle quali molto rare e preziose, è conservata un'edizione ottocentesca particolarmente curiosa.
In un unico foglio di 71x50 centimetri è riprodotto, indistinguibile ad occhio nudo, tutto il testo della Divina commedia, riportato in tre rettangoli di 69 colonne ciascuno contenenti le tre cantiche; il contorno è costituito da un'artistica cornice architettonica con il ritratto di Dante.
Il titolo reca la dicitura "Trascritto micro-calligrafico, a mano libera senza uso di lente, composto di 14.233 versi, c.a. 96.000 parole, c.a. 400.000 lettere", mentre nel lato inferiore sono riportate le note tipografiche "G. Cossovel Edit. Gorizia /Austria 1888".
L'edizione avrebbe avuto origine da una tragedia familiare. Si narra infatti che nella seconda metà dell'Ottocento un tipografo goriziano di nome Cossovel subisse un forte trauma in seguito alla morte improvvisa del figlio, precipitato dalla soffitta in cui stava giocando per il cedimento del pavimento. Per uno strano fenomeno, i suoi nervi ottici subirono una permanente dilatazione che gli permise di vedere ad occhio nudo e chiaramente anche le cose di ridottissime dimensioni.
Il Cossovel pensò quindi di sfruttare questo singolare disturbo ottico per dedicare il tempo lasciato libero dal lavoro alla trascrizione dell'intera Divina Commedia su un unico foglio di pergamena, assecondando così quel gusto per la micrografia e per le edizioni microscopiche che all'epoca era particolarmente in voga tra i bibliofili. L'esemplare della nostra biblioteca fu acquistato sul mercato antiquario nel 1965, anno dantesco, dall'allora direttore della biblioteca Giancarlo Savino.