Il vecchio che leggeva romanzi d’amore di Luis Sepúlveda
Un romanzo che fa sognare, ti fa volar via con la mente in un mondo lontano, nella foresta amazzonica, magicamente descritta. É un inno d’amore per l’unico luogo in cui la terra, seppur sempre meno, mantiene intatta la sua verginità.
All’improvviso milioni di aghi argentati perforarono il soffitto della foresta illuminando intensamente il punto dove cadevano. Era proprio sotto un buco tra le nuvole, abbagliato dai raggi del sole che si riflettevano sopra le piante bagnate. Si sfregò gli occhi lanciando maledizioni, e circondato da centinaia di effimeri arcobaleni si affrettò ad allontanarsi prima che cominciasse la temuta evaporazione.
É l’aver vissuto nella foresta insieme agli indios che ha portato il protagonista, il vecchio Antonio José Bolívar, ad entrare in accordo intimo con i segreti della natura, a rispettare quel mondo e a conoscere i suoi ritmi così profondamente. Ed è incantevole il modo in cui l’autore ci descrive questo suo particolare sapere.
Il libro non solo ti coinvolge e ti immerge nella rigogliosa natura amazzonica, ma ti sorprende. In quel luogo selvaggio, Antonio, con il suo duro passato, ha una grande passione, quella per i romanzi d’amore. Ha imparato a leggere con enormi difficoltà, ma Sapeva leggere. Fu la scoperta più importante di tutta la sua vita. Sapeva leggere. Possedeva l’antidoto contro il terribile veleno della vecchiaia. Sapeva leggere, e prediligeva i romanzi d’amore dove i personaggi soffrivano e mescolavano la felicità con le sofferenze in modo così bello, che la lente d’ingrandimento gli si appannava di lacrime.
Leggendo si rifugiava lontano dalla crudeltà e la spietatezza dei gringos, capaci solo di sfruttare e distruggere la natura e anche dopo la caccia al tigrillo, sublimazione dello scontro tra uomo e natura, Antonio José Bolívar Proaño si tolse la dentiera, l'avvolse nel fazzoletto e senza smettere di maledire il gringo primo artefice della tragedia, il sindaco, i cercatori d'oro, tutti coloro che corrompevano la verginità della sua Amazzonia, tagliò con un colpo di machete un ramo robusto e si avviò verso El Idilio, verso la sua capanna, e verso i suoi romanzi che parlavano d'amore con parole così belle che a volte gli facevano dimenticare la barbarie umana.
Il libro è una denuncia dell’azione distruttiva dell’uomo verso la natura e un inno alla bellezza della foresta. Con la sua delicatezza poetica trasmette positività, un grande messaggio di speranza, la voglia di sognare, così come fa Antonio quando legge i suoi romanzi d'amore.
Per ricordare Luis Sepúlveda.