L'età dell'innocenza di Edith Wharton

 

Consigliato a chi ama i romanzi di Jane Austen e si appassiona nel vedere all'opera un  soffio vitale che si fa strada in un contesto di torpida ottusità. E' un romanzo raffinato, un capolavoro della letteratura americana che, tra l'altro, Scorsese ha trasformato in uno splendido film, un mirabile affresco della borghesia newyorchese di fine Ottocento, contro il cui ottuso moralismo Edith Wharton si scaglia coraggiosamente difendendo l’autenticità di un amore sincero. Newland Archer, brillante avvocato dell’aristocrazia cittadina, e la contessa Ellen Olenska, cui inflessibili convenzioni impediscono di divorziare dal marito, sono lo specchio di una società che l’autrice conosce e contesta profondamente. Una società ipocrita e perbenista, in cui pregiudizi atavici impongono precise regole comportamentali che cozzano contro il desiderio di affermazione del singolo. 

Newland assisteva alla scena sentendosi come uno spirito incorporeo che fluttuasse stranamente per aria, tra il lampadario e il soffitto. Quello che lo stupiva di più non era la commedia che si recitava alla sua tavola, quanto il ruolo che egli stesso vi giocava. Il suo sguardo si spostava da una placida faccia ben nutrita all'altra, e gli pareva che tutta quella gente dall'aria innocua, occupata a divorare le anatre selvatiche di May, fosse una congrega di taciturni cospiratori, mentre egli e la pallida donna alla sua destra erano l'oggetto della congiura.

 

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