La bufera e altro di Eugenio Montale
Oggi vi propongo un libro di poesie a cui sono particolarmente affezionata perché ha accompagnato la mia giovinezza, gli anni in cui si comincia a interrogarsi sulla condizione umana e si ricorre anche - o forse soprattutto - alla poesia in cerca di risposte. E allora, niente di meglio di questa raccolta in cui emerge una vena esistenzialistica e una sfiducia nel mondo e nell'essere umano (la tragedia del secondo conflitto mondiale è sullo sfondo e insieme protagonista in questi versi), ma anche il recupero del colloquio con le cose del creato e con le persone, la ricerca ostinata di un senso, di un varco nell’insignificanza.
La bufera
La bufera che sgronda sulle foglie
dure della magnolia i lunghi tuoni
marzolini e la grandine,
(i suoni di cristallo nel tuo nido
notturno ti sorprendono, dell'oro
che s'è spento sui mogani, sul taglio
dei libri rilegati, brucia ancora
una grana di zucchero nel guscio
delle tue palpebre)
il lampo che candisce
alberi e muri e li sorprende in quella
eternità d'istante - marmo manna
e distruzione - ch'entro te scolpita
porti per tua condanna e che ti lega
più che l'amore a me, strana sorella, -
e poi lo schianto rude, i sistri, il fremere
dei tamburelli sulla fossa fuia,
lo scalpicciare del fandango, e sopra
qualche gesto che annaspa...
come quando
ti rivolgesti a me con la mano, sgombra
la fronte dalla nube dei capelli,
mi salutasti - per entrar nel buio