A Pistoia, l’iniziativa di inviare bambini bisognosi e malati agli ospizi marini sulla costa toscana iniziò nell’estate del 1865, grazie all’opera di alcuni filantropi. Nella prima metà del Novecento sorsero alcune colonie estive sulla montagna pistoiese e si continuò ad inviare fanciulli presso colonie marine in Versilia.
Fu dal 1928 che tale pratica assistenziale si intensificò, arrivando solo qualche anno dopo a ospitare 247 bambini nelle colonie montane e 390 in quelle diurne elioterapiche, senza fermarsi nemmeno durante il secondo conflitto, quando si contarono 37 colonie a Pistoia e provincia nell’anno 1942. Come accadde a livello nazionale, anche localmente, la politica assistenziale cambiò prospettiva: da una dimensione puramente medica di tipo ottocentesco si passò ad una prettamente preventiva ed educativa.
Le fonti d’archivio, la stampa di regime e le rare, ma significative testimonianze, ci descrivono una gestione delle colonie pistoiesi perfettamente allineata ai regolamenti del Partito nazionale fascista e delle organizzazioni che le gestivano, dai Fasci femminili, all’Ente opere assistenziali e, dal 1937, dalla Gioventù italiana del littorio che le monopolizzò, accentuandone il carattere politico e militare. L’ opera di indottrinamento all’etica di religione fascista si avvalse dell’appello al caduto della rivoluzione, a cui si intitolavano spesso le stesse colonie, delle conversazioni di propaganda ideologica, di educazione igienica per bonificare la stirpe, di esercizi ginnici finalizzati a temprare il carattere virile e dell’uso del moschetto come iniziazione al rito guerriero.
Le fotografie in mostra ci rimandano immagini di una vita regolata da rigidi e ripetitivi ritmi e moduli comportamentali. Tutto era predisposto, tutto era previsto, dalle tabelle orarie o dietetiche ai giochi ossessivamente collettivi e coordinati dalle educatrici, per abituare i bambini, fin da piccoli, a rispettare gli ordini e la gerarchia.
Le testimonianze dell’epoca ci raccontano le frequenti visite dei gerarchi, le marce al ritmo di inni fascisti, gli ordini e la sorveglianza costanti, ma anche il piacere di fronte alla frutta o ad un piatto di minestra o i giochi al sole e all’aria.
I bambini delle colonie pistoiesi furono dunque coinvolti, come accadde in tutta Italia, in quella politica totalitaria che cercò di formare l’uomo integralmente fascista.
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C. Gavazzi, La colonia Alberto Lodolo di Boscolungo nelle carte dell’Archivio di Stato di Pistoia in Storialocale, n. 13, 2009
Collezione privata, Pistoia (G. Innocenti) - Comando Federale GIL – Pistoia – Colonie e campeggi – luglio/agosto 1942, Anno XX
Collezione privata, Pistoia (G. Tronci) – Federazione dei Fasci di Combattimento di Pistoia, Scheda sanitaria per colonia elioterapica
Biblioteca comunale Forteguerriana - La Scuola in mostra, Pistoia 1929, quaderno n 173, Quarrata la colonia solare
Biblioteca comunale Forteguerriana - La Scuola in mostra, Pistoia 1929, quaderno n.141, Bambine ospiti della Colonia temporanea fiorentina “Fortunata e Celestina Franchetti” a Ponte Sestaione
V. Innocenti, La colonia Villa de’Rossi Una storia semplice, gennaio 2017, raccolta di testimonianze e ricordi di Vittoriano Innocenti sulla Colonia elioterapica Villa de’Rossi a Cantagrillo. Bambini durante un’esercitazione premilitare
Collezione privata, Pistoia (G. Innocenti) - Bambini ospiti della colonia diurna “P. Pacini” poi “I.Balbo” al Villon Puccini, al momento della “spruzzatura” durante la cura elioterapica
Biblioteca comunale Forteguerriana - Donne di scuola: immagini d'epoca sull'attività educativa delle donne in area pistoiese e lucchese, a.c. di V.Papini, Ist. storico lucchese 2008. Bambine ospiti della Colonia “C. Galimberti” a Borgo a Buggiano, p. 86
Biblioteca comunale Forteguerriana - Campo Tizzoro Antologia dei 100 anni. La vita della gente, Primo volume parte seconda a cura di R. Prioreschi, Pistoia, Agricom 2013, Cura elioterapica per bambini ospiti della colonia a S.Marcello pistoiese, Pian de Matti p.212, foto dall’archivio fotografico R. Manzani
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