Museo Osservatorio

Il Fondo Museo Osservatorio

La nascita del Fondo

Il Fondo ha iniziato probabilmente a costituirsi nei primi anni Novanta del Novecento quando, in previsione della realizzazione di tre mostre, a cui doveva seguire la creazione di uno spazio espositivo permanente, il gruppo di lavoro “Progetto Museo/Osservatorio” iniziò a raccogliere materiale documentario originale relativo alla storia urbanistica della città. L’idea della realizzazione di un “Museo Osservatorio della Città” risaliva invece al decennio precedente ed era legato al progetto di trasformazione e recupero dell’area ex Breda commissionato dal Comune di Pistoia al Laboratorio Internazionale di Architettura ed Urbanistica (ILAUD), diretto dall’architetto Giancarlo De Carlo. Il progetto vide la partecipazione attiva di professionisti, storici, funzionari comunali e cittadini e, sebbene non realizzato, è stato fonte di ispirazione per i successivi interventi sull’area. La documentazione raccolta dal gruppo di lavoro proveniva in primo luogo dall’Archivio Storico Comunale di Pistoia, ma anche dalla Biblioteca Comunale Forteguerriana, dal Museo Civico, dall’Ufficio Tecnico, dall’Istituto D’Arte “Policarpo Petrocchi” e, per quello che è possibile desumere, anche da archivi di privati cittadini, famiglie e studi professionali. Alla fine degli anni Novanta, con lo scioglimento del gruppo fu abbandonato il progetto “Museo Osservatorio”. Molti anni dopo una parte dei documenti è stata recuperata in Biblioteca Forteguerriana all’interno di una cartella denominata “MO”. In seguito il materiale documentario è stato oggetto di un intervento di restauro, che ha riguardato alcune fra le carte più antiche, e, successivamente, di descrizione archivistica. Entrambi gli interventi sono stati finanziati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.

 

La cartella “MO”

La documentazione contenuta nella cartella, molto eterogenea, è databile dal XVIII secolo agli anni Quaranta del Novecento. Vi si comprendono complessivamente 106 unità documentarie, perlopiù manoscritte: progetti di costruzione e trasformazione, planimetrie, prospetti, spaccati e particolari di edifici, rilievi, mappe, modifiche alla viabilità ma anche fotografie, relazioni e manifesti. A causa della irrimediabile perdita del collegamento archivistico con l’originale soggetto produttore, non sempre è stato possibile “individuare” e datare con sicurezza i singoli documenti.  Nell’attuale lavoro di schedatura, condotto da Scripta Manent con il software Clavis (scheda archivistica), per ciascuna unità sono stati rilevati: titolo originale (se presente) o attribuito, consistenza, dimensioni, supporto, tecnica, data, stato di conservazione e descrizione del contenuto. Quando chiaramente individuabile è stato creato un legame “ad altra opera” fra unità originariamente provenienti da una stessa serie di disegni o relativi ad uno stesso edificio. I documenti sono consultabili nel catalogo in linea della biblioteca. La frequente presenza di supporti fragili e pertanto facilmente danneggiabili, primi fra tutti i disegni su carta velina, rende preferibile la consultazione “indiretta”. Per questo motivo, parallelamente alle operazioni di schedatura, sono state realizzate immagini fotografiche ad alta risoluzione delle singole unità.