Non esiste saggezza di Gianrico Carofiglio
Non sono particolarmente amante del genere racconto perché lo trovo quasi sempre uno spazio troppo esiguo per sviluppare storie e personaggi, ma in questa raccolta di Carofiglio lo spazio mi è sembrato dilatarsi ad accogliere i volti e i luoghi della realtà quotidiana in tutta la loro, seppur sfuggente, completezza. Quelle che emergono sono soprattutto figure femminili verso le quali il narratore è straordinariamente solidale e partecipe dei loro segreti e dei loro dolori, figure che i materializzano all'improvviso nella sala di attesa di un areaoporto, a un casello autostradale, in una libreria, e che altrettanto inaspettatamente scompaiono... In poche pagine Carofiglio entra nell'animo di questi suoi personaggi e ne coglie tutte le sfumature con uno sguardo che ce li rende noti e rassicuranti, pur con i loro misteri e le loro ambiguità.
Cominciai a guardare la ragazza seduta di fronte, e subito mi resi conto che era molto meno giovane di quanto mi fosse sembrata all'inizio. Doveva avere più o meno la mia età e, osservandola, l'impressione di averla già vista si attenuò fin quasi a dissolversi. Teneva il libro poggiato sulle gambe, leggeva un po' curva e mi sembrava che ogni tanto muovesse le labbra, come per imprimersi bene nella mente una frase. A un certo punto cambiò posizione, si tirò su, si appoggiò allo schienale, alzò il libro e io riconobbi la copertina. Tutta rossa con sopra solo una scritta bianca a caratteri grandi. Ebbi una vertigine. La sensazione di avere perso all'improvviso gli abituali appigli al reale. Parlai senza accorgermene. "Mia madre aveva quel libro. Lo leggeva quando ero piccolo".