Presentazione del libro San Bartolomeo del Pratum Episcopi. L'ospitale di valico della strada "Francesca della Sambuca" nel Medioevo. Atti delle giornate di studio, Spedaletto, Chiesa di San Bartolomeo, sabato 8 agosto 2015, Riola, Sala dei Novanta della Rocchetta, sabato 14 novembre 2015, a cura di Renzo Zagnoni. Porretta Terme, Gruppo di studi Alta Valle del Reno, 2016
Martedì 13 dicembre 2016, ore 17.00 - Biblioteca Forteguerriana
Interviene Francesco Salvestrini
Sarà presente il curatore
Il volume, quarto della nuova serie della collana Storia e ricerca sul campo fra Emilia e Toscana, contiene gli atti delle giornate di studio sull'ospitale di San Bartolomeo del Pratum Episcopi durante il Medioevo e sulle funzioni degli ospitali appenninici, che realizzavano il precetto evangelico dell'ospitalità gratuita, agevolando il transito anche nelle zone più impervie della catena montuosa. L'ospitale dei santi Bartolomeo e Antonino, detto Pratum Episcopi, sorse nella località chiamata oggi Spedaletto, nei pressi del valico appenninico che metteva in comunicazione Pistoia con Bologna e il nord Italia, lungo la strada che sul versante toscano era chiamata "Francesca della Sambuca" e su quello emiliano "Maestra di Saragozza". Documentato fin dagli anni 1088-1090, ebbe ampi possedimenti su entrambi i versanti della catena montuosa, frutto di donazioni di cittadini più o meno ricchi. Nel periodo in cui l'ospitale fu edificato Pistoia era una cittadina importante, dotata di autonomia politica grazie alla nascita del Comune (il primo Statuto del consoli è datato 1117) e di forte vitalità commerciale, crocevia imprescindibile di persone, culture, religioni e merci. L'ospitale accoglieva gratuitamente non solo i pellegrini, ma tutti i viandanti che avevano necessità di varcare l'Appennino. Fin dalle origini, insieme agli ospitali di Quarrata, Croce Brandegliana di Prunetta, Capraia e Brisceto, dipendeva dalla canonica pistoiese di San Zeno, a dimostrazione di quanto all'epoca fosse importante il potere religioso rappresentato dal vescovo accanto a quello civile, allora nascente. Successivamente l'ospitale si sviluppò, fortificato e protetto proprio dal Comune, per svolgere la sua funzione a servizio della florida economia pistoiese dei secoli 11.-15., e la direttrice su cui era situato mantenne la sua vocazione strategica nei secoli, anche dopo l'assoggettamento di Pistoia alla sfera d'influenza fiorentina, rimanendo la principale via di collegamento fra il nord e il sud d'Italia.