La fondazione della Biblioteca Forteguerriana, una della più antiche d'Italia, è tradizionalmente datata 1473, quando, in seguito ad una donazione del cardinale Niccolò Forteguerri (1419-1473), viene istituita la Pia Casa di Sapienza con l'annesso Collegio Forteguerri.
Con il munifico atto del cardinale le autorità comunali acquisivano la proprietà di sei poderi e di numerosi affitti perpetui; le entrate, cui si dovevano aggiungere quelle garantite direttamente dal Comune, sarebbero state amministrate dagli Ufficiali della Sapienza, eletti ogni cinque anni, vincolati ad utilizzarle per fondare a Pistoia una scuola, gratuita ed aperta a tutti, chiamata La Sapienza, e per istituire dodici borse di studio per giovani non ricchi, originari di Pistoia o del contado, che volessero dedicarsi a studi di teologia, diritto canonico e civile, medicina.
Ha la sua prima sede in una casa di proprietà dello Spedale di San Bartolomeo in Alpi, i cui beni, con quelli di altri tre Ospizi, sono associati dal Comune di Pistoia al lascito del Cardinale.
Intorno al 1530 gli Ufficiali deliberarono di costruire un nuovo edificio che, nobilitato dalla facciata disegnata dall'architetto fiorentino Giovanni Unghero, divenne la sede definitiva della Sapienza e del Collegio: è dunque in questo contesto architettonico e funzionale che gradualmente si stratificano le raccolte librarie della biblioteca.
Secondo la linea interpretativa prevalente nella ricerca storico-erudita locale, il primo nucleo bibliografico della Forteguerriana è costituito dal lascito del canonico del Capitolo della Cattedrale Zomino di ser Bonifazio (1387-1458), conosciuto col nome greco che egli stesso si dette di Sozomeno.
Egli, con testamento redatto il 22 novembre 1423, donò la propria libreria all'Opera di San Jacopo (cioè al Comune di Pistoia), destinandola ad uso pubblico.
Morto il Sozomeno, nel 1458, il Consiglio generale del popolo deliberò che la libreria dello studioso venisse trasportata nel Palazzo dei Priori; occorsero in realtà due anni per effettuare il riordino dei codici e compilarne l'inventario - datato 30 ottobre 1460 - che elenca 110 volumi e tre carte geografiche, purtroppo solo in parte conservati. I libri furono collocati, secondo una disposizione topografica desumibile dall'inventario, in sei scanni della Sala dell'Abbondanza.
La raccolta sozomeniana, nelle sue linee generali, si conforma ai canoni bibliografici del periodo, con la presenza dei poeti classici latini (Virgilio, Orazio, Ovidio), di gran parte delle opere di Cicerone con il commento di Asconio Pedanio, e poi ancora Seneca, Apuleio, Quintiliano, Plinio il giovane, Livio, Svetonio, opere filosofiche, autori greci, sia in traduzione latina che nel testo originale (Omero, Esiodo, Aristotele, Senofonte) e infine un Dante, così denominato secondo i criteri di titolazione della Commedia tipici del XIV e XV secolo. Non è certo quando i volumi sozomeniani abbiano fatto il loro ingresso nel Palazzo della Sapienza.
Da un punto di vista architettonico, nel XVII secolo poche sono le trasformazioni all'edificio, se si escludono quelle di manutenzione straordinaria; sono costruiti nuovi depositi interrati per la conservazione degli aridi provenienti dalle rendite della fondazione. L'attività didattica subisce in questo secolo una probabile flessione, poiché una stanza della Sapienza è concessa in affitto all'Accademia del Disegno.
Un altro anno rilevante per la storia della Sapienza è il 1696, quando un motuproprio graducale impone agli Ufficiali della Sapienza di aprire all'uso pubblico le raccolte librarie.
Il XVIII secolo è il periodo più attivo per le trasformazioni e i restauri svolti nell'edificio: tra il 1732 e il 1743 è realizzata la decorazione del prospetto principale che adegua le forme cinquecentesche al gusto barocco con decorazioni, allegorie e stemmi appartenenti all'opera di Sant'Jacopo e a quella di Sapienza, caratterizzata dal coltello: strumento del martirio di San Bartolomeo.
Negli anni successivi il Palazzo della Sapienza, ampliato in seguito agli interventi commissionati nel 1776 all'architetto pistoiese Giuliano Gatteschi, autore anche del disegno delle scaffalature destinate ai libri, che ancor oggi caratterizzano la sala di lettura, continuò ad ospitare la Scuola e la Libreria. Un motuproprio granducale del 1777, infine, sopprime la Pia Casa di Sapienza, stabilendo contestualmente che si provveda "alla conservazione e riordinazione della libreria, volendo che stia aperta al pubblico in certi determinati giorni, e che continuino i lettori attuali di legge e di filosofia a far turno da bibliotecari a forma di ordini". La scuola fu denominata Collegio e poi, a partire dal 1814, Liceo Forteguerri; la biblioteca cominciò dunque da allora ad essere chiamata Libreria del Collegio Forteguerri, o Forteguerriana, e continuò a vivere, in una condizione di stentata marginalità rispetto alle sorti dell'istituto scolastico da cui dipendeva, fino alla chiusura, tra il 1921 e il 1923, per lo stato di grave abbandono degli spazi e delle raccolte.
Il patrimonio della biblioteca si era accresciuto in misura assai notevole negli ultimi decenni del XIX secolo, quando la Forteguerriana acquisì nuclei librari provenienti da enti e congregazioni “religiosi e non“ soppressi e grazia anche a numerose altre donazioni ed acquisizioni di rilievo. Basti qui ricordare, per il XIX secolo, i fondi librari e manoscritti di Niccolò Puccini, Domenico Mazzoni, Sebastiano Ciampi e, per quanto riguarda il XX secolo, i fondi Guido Macciò, Ferdinando Martini, Alberto Chiappelli, Alberto Montemagni, Quinto Santoli, Alfredo Melani, famiglia Rospigliosi, oltre ad altri minori.
La rinascita dell'istituto si ebbe grazie allo strenuo impegno del preside del liceo ed in seguito bibliotecario Quinto Santoli, che ne fu direttore fino al 1959. Nell'arco cronologico che va dal 1926 al 1956 la biblioteca è passata attraverso varie tipologie di gestione. Prima, tra il 1930 e il 1967, dipendendo da un Consorzio costituito dal Comune, dalla Provincia e dalla Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia; successivamente, ed a tutt'oggi, direttamente dall'Amministrazione comunale di Pistoia.
Dal 2007, con l'apertura della nuova Biblioteca San Giorgio, la Forteguerriana, che aveva svolto fino a quel momento anche la funzione di biblioteca di pubblica lettura, ha acquisito pienemente il ruolo di biblioteca di conservazione e di documentazione locale collocandosi nel novero delle principali biblioteche storiche della Toscana.
Per approfondire:
"Per la Biblioteca Forteguerriana" di Andrea Ottanelli, in "Storialocale", n. 22 (2013)
"Il sapere è forza e gioia: Andrea Dami ci racconta la Biblioteca Forteguerriana, il più antico e importante centro culturale della città " di Francesca Joppolo, in Naturart, n. 7 (2012)
"Andar per biblioteche: la Forteguerriana" di Susanna Daniele, estr. da "Il furore dei libri", n. 4, (2011)
"La biblioteca Forteguerriana di Pistoia: la seconda (e felicissima) vita di un'antica istituzione culturale" di Maria Valbonesi, in VIBanca informa, n. 4 (2011)
"Riflessioni e proposte sulle biblioteche pistoiesi: dalla Forteguerriana alla San Giorgio e ritorno" di Tommaso Braccini, in "Bullettino storico pistoiese", 3.s., vol. 44 (2009)
"Domus Sapientiae. Il palazzo della Sapienza e la Biblioteca Forteguerriana a Pistoia" di Maria Camilla Pagnini, Firenze, Edifir, 2005
"La Pia Casa di Sapienza di Pistoia" di Michael Kiene, in "Le dimore di Pistoia e della Valdinievole", Firenze, Alinea, 2004
"Una nuova biblioteca o una biblioteca nuova?" di Alberto Cipriani, estr. da "Bullettino storico pistoiese", 3.s, vol. 37 (2002)
"Memorie degli atti di fondazione della Pia Casa di Sapienza e del Collegio Forteguerri in Pistoia" di Pilo Turi, in" Bullettino storico pistoiese", 3.s., vol. 9 (1974)
"Catalogo degli incunaboli delle biblioteche pistoiesi" di Silvano Rafanelli, Firenze, Olschki, 1963
"Fonti documentarie risorgimentali preso la Biblioteca Forteguerriana" di Pietro Paolini, estr. da "Bullettino storico pistoiese" , n.s., 3 (1961)
"Notizie degli archivi toscani: Pistoia" di Pietro Paolini, in: "Archivio storico italiano", a. 118 (1960), disp. 3-4
"La Biblioteca Forteguerriana durante gli anni 1934-1935" di Quinto Santoli, in "Bullettino storico pistoiese", a. 38 (1936)
"La Biblioteca Forteguerriana durante l' anno 1933" di Quinto Santoli, estr. da "Bullettino storico pistoiese", a. 36 (1934)
"Guida storica e bibliografica degli archivi e delle biblioteche d'Italia" di Renato Piattoli, v. 2, Provincia di Pistoia, p. 1, Pistoia, Roma, La Libreria dello Stato, 1934
"La Biblioteca Forteguerriana durante l'anno 1932" di Quinto Santoli, estr. da "Bullettino storico pistoiese", a. 35 (1933)
"La Biblioteca Forteguerriana durante l'anno 1931" di Quinto Santoli, estr. da "Bullettino storico pistoiese", a. 34 (1932)
"La Biblioteca Forteguerriana di Pistoia" di Quinto Santoli, Pistoia, Niccolai, 1932
"Relazione sul riordinamento della R. Biblioteca Forteguerriana a s. eccellenza il il cav. senatore Michele Amari ministro della Pubblica Istruzione" di Giuseppe Tigri, in: "La Biblioteca Forteguerriana di Pistoia" di Quinto Santoli, estr. da "Accademie e biblioteche d'Italia", a.2 , 1929, n. 4-5
"La Biblioteca Forteguerriana di Pistoia" di Quinto Santoli, in "Accademie e biblioteche d'Italia", a.2 , 1929, n. 4-5
"Notizie storiche e statistiche intorno alla Biblioteca Forteguerri di Pistoia" di Leopoldo Paglicci, Pistoia, Flori, 1899
"Progetto di un catalogo scientifico o per ordine di materie da compilarsi per la R. Biblioteca Forteguerri di Pistoia" di Vittorio Capponi, Pistoia, Niccolai, 1871
"La Biblioteca del Liceo Forteguerri", in: "La stella del popolo", Pistoia, a. 1, 24. 5 e 6.9.1862